Cooperativa La Conca Agnone | Alla scoperta del Castello D’Alessandro
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Alla scoperta del Castello D’Alessandro

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29 apr Alla scoperta del Castello D’Alessandro

Il palazzo fortificato ha forma pentagonale, sorgente sullo sperone di roccia che domina la cittadina. La struttura cinquecentesca si presentava, all’arrivo dei baroni d’Alessandro, formata da vari corpi fortilizi disgiunti, con la chiesetta gentilizia e la torre antica angioina, con cinta muraria. I lavori di restauro comportarono l’accorpamento di tutti gli edifici in un unico blocco, con l’abbattimento anche di alcuni, come il complesso delle mura. Anche come dimora gentilizia, ultimata nel XVII secolo, il castello si presentava sempre come una fortezza inespugnabile con basi in pietra, le finestre a bocca di fuoco e il ponte levatoio o la pietraia di difesa dell’entrata. La seicentesca guardiola con le rispettive pertinenze dei magazzini e scuderia furono realizzate insieme allo spianamento dell’accesso sulla roccia. L’originaria chiesetta rimase in piedi fino al 1805, quando fu distrutta e ricomposta in una piccola cappella interna. Nel 1628, come riporta la data, vennero accolte al suo interno le reliquie di Sant’Alessandro. La facciata di ingresso del castello ha un aspetto di palazzo gentilizio, perché ricostruita nel 1849 dopo il terremoto del 1805. Il palazzo fortificato ha forma pentagonale, sorgente sullo sperone di roccia che domina la cittadina. La struttura cinquecentesca si presentava, all’arrivo dei baroni d’Alessandro, formata da vari corpi fortilizi disgiunti, con la chiesetta gentilizia e la torre antica angioina, con cinta muraria. I lavori di restauro comportarono l’accorpamento di tutti gli edifici in un unico blocco, con l’abbattimento anche di alcuni, come il complesso delle mura. Anche come dimora gentilizia, ultimata nel XVII secolo, il castello si presentava sempre come una fortezza inespugnabile con basi in pietra, le finestre a bocca di fuoco e il ponte levatoio o la pietraia di difesa dell’entrata. La seicentesca guardiola con le rispettive pertinenze dei magazzini e scuderia furono realizzate insieme allo spianamento dell’accesso sulla roccia. L’originaria chiesetta rimase in piedi fino al 1805, quando fu distrutta e ricomposta in una piccola cappella interna. Nel 1628, come riporta la data, vennero accolte al suo interno le reliquie di Sant’Alessandro. La facciata di ingresso del castello ha un aspetto di palazzo gentilizio, perché ricostruita nel 1849 dopo il terremoto del 1805. Il palazzo fortificato ha forma pentagonale, sorgente sullo sperone di roccia che domina la cittadina. La struttura cinquecentesca si presentava, all’arrivo dei baroni d’Alessandro, formata da vari corpi fortilizi disgiunti, con la chiesetta gentilizia e la torre antica angioina, con cinta muraria. I lavori di restauro comportarono l’accorpamento di tutti gli edifici in un unico blocco, con l’abbattimento anche di alcuni, come il complesso delle mura. Anche come dimora gentilizia, ultimata nel XVII secolo, il castello si presentava sempre come una fortezza inespugnabile con basi in pietra, le finestre a bocca di fuoco e il ponte levatoio o la pietraia di difesa dell’entrata. La seicentesca guardiola con le rispettive pertinenze dei magazzini e scuderia furono realizzate insieme allo spianamento dell’accesso sulla roccia. L’originaria chiesetta rimase in piedi fino al 1805, quando fu distrutta e ricomposta in una piccola cappella interna. Nel 1628, come riporta la data, vennero accolte al suo interno le reliquie di Sant’Alessandro. La facciata di ingresso del castello ha un aspetto di palazzo gentilizio, perché ricostruita nel 1849 dopo il terremoto del 1805.